Hai mai creato un prodotto o servizio a pagamento ed è stato un fallimento?
Faccio un giro più lungo per arrivare al punto.
È appena trascorso il Salone del Libro di Torino che dopo lo stop forzato del 2020 è tornato in presenza, in un’edizione ritardata di qualche mese.
Sono venuta a Milano per poterci essere (e anche per cercare casa come sai) e a tutte le persone che lì mi hanno chiesto se mi stesse piacendo io ho risposto: “Sì, sono stanca ma felice”.
Il Salone mi ha distrutta fisicamente (mal di piedi e mal di schiena per i km macinati tra un padiglione e l’altro e le file ai bagni) ma mi ha riempito il cuore di entusiasmo e amore per l’aver potuto riabbracciare amic* che ho conosciuto in questi anni su Instagram tramite la mia community Match and the City.
Una volta al Salone, incredula per il trovarmi dopo tempo in una situazione fieristica piena di gente, dal vivo, la mia mente è saltata al 2019, anno in cui sono andata per la prima volta al Salone (e ultimo anno del Salone come lo ricordavamo prima della pandemia). Mi trovavo lì in occasione dell’uscita del mio libro “Tinder and the City. Avventure e disagi nel mondo delle dating app” (edito da Agenzia Alcatraz)1.
Avevo sempre sognato di pubblicare un libro.
Da adolescente mi ero convinta di essere il nuovo Tolkien e mi ero messa a scrivere una saga fantasy-medioevale, con tanto di costruzione geo-politica del mio mondo ipotetico e Pantheon di divinità pagane annesso. Mi divertiva un sacco e mi faceva fantasticare a occhi aperti, evadere. L’adolescenza è una fase difficile della vita.
Credo che volessi pubblicare un libro essenzialmente per due motivi: 1) condividere qualcosa con altre persone; 2) vedere il mio nome nero su bianco sulla copertina e poter dire “sono una scrittrice!”.
Non avrei immaginato che anni dopo ne avrei avuto l’occasione, ma che non sarebbe stato un romanzo fantasy. Anche se, ora che ci penso, le avventure di Tinder raccontate nel mio libro spesso sono così grottesche che potrebbero essere un fantasy…
La cosa fantastica è che non ho dovuto sbattermi per cercare un editore, ma lui ha trovato me.
È andata così: nel 2018 mi era venuta l’idea di scrivere una serie di racconti ispirati alle mie (dis)avventure sulle dating app e così scelsi la piattaforma Wattpad2 per pubblicare il mio primo racconto. Il mio editore - che mi seguiva già per via della mia community Match and the City - apprese che avevo pubblicato online un racconto e mi contattò. Da lì in poi per me fu un roller coaster di euforia da un lato, per il sogno realizzato, e sofferenza dall’altro, perchè ricordare certe vicissitudini mi ha comportato uno scavo interiore non senza conseguenze emotive (ridiamo e ridiamo, ma su Tinder si gioca pelle-su-pelle e ci si può ammaccare i sentimenti).
All’epoca avevo già 20mila follower tra Facebook e Instagram. Le aspettative mie e dell’editore su questo libro erano altissime, dato che avevo l’enorme privilegio di avere già una community di potenziali lettori e lettrici pront* ad acquistare il mio scritto.
Ma io avevo fatto i conti malamente. O meglio, non conoscevo un fattore fondamentale: la strategia di lancio di un prodotto. Perché un libro - tolta tutta la parte romantica - questo è: un prodotto.
Così feci il grande errore di confondere il “lancio” con l’“annuncio”. E se oggi so questo è solo grazie ad Arianna Lai, esperta di Marca Personale, con la quale quest’anno ho fatto un percorso di affiancamento che come forse sai già mi ha aperto la mente per poi lasciare il posto fisso e diventare freelance pochi mesi fa.
Io non avevo progettato il lancio del mio libro. Inoltre, complice la mia scaramanzia, non avevo voluto dire a nessuno che stavo scrivendo un libro (a parte la mia famiglia e amici intimi): finché non lo vedevo stampato non ci avrei creduto. Quindi sono arrivata a pochi giorni dall’uscita del libro e mi sono svegliata nelle stories dicendo “Hey ciao community, sapete che ho scritto un libro? Esce giorno X, qua c’è lo swipe up per acquistarlo!”. Ho semplicemente annunciato la notizia dell’uscita imminente del mio libro. Grandissimo errore. In pratica fa l’effetto delle offerte commerciali via call-center: non gliene frega a nessuno di sentirle né tantomeno di comprare.
Morale: il libro non ha fatto quell’enorme botto che ci aspettavamo (nonostante anche una copertura stampa notevole tra riviste cartacee, radio e perfino televisione nazionale in cui sono stata).
Capisci adesso la differenza fondamentale tra lanciare e annunciare?
Foto di Polina Zimmerman da Pexels.
Pillola strategica
Ne voglio approfittare per lasciarti tre lezioni sui lanci di prodotti/servizi, che ho imparato dalla mia esperienza che ti ho appena raccontato:
Lezione 1) Avere tanti follower non significa avere tante vendite.
Come mi piace dire: i follower sono solo dei “passanti”, sono contatti freddi e non fidelizzati. I lead invece - tipicamente si tratta di contatti email, come quella che mi hai lasciato tu per leggermi qui - sono contatti caldi.
Spoiler sul perchè ho creato questa newsletter: è uno strumento di business, te lo dico in tutta trasparenza (e molto probabilmente tu lo avevi già capito). Questo non significa però che io sia “costruita” in ciò che ti scrivo qui: mi appassiona farlo, mi diverte, mi gratifica, ci metto tutta me stessa nonostante sia un contenuto gratuito. Sopratutto: cerco di non perdere mai autenticità pur essendo strategica - quindi intenzionale - nel come costruisco il contenuto che ti offro. Questo significa che se faccio bene il mio lavoro di content marketing e mi guadagno la tua fiducia offrendoti il valore di cui hai bisogno, quando deciderò di lanciare qualcosa a pagamento, probabilmente tu considererai l’idea di comprarla, perchè ti fidi di me e sai che non ti rifilo cose da fuffa-guru. Sbaglio?
Lezione 2) Avere contatti caldi non serve a nulla se poi lanci a freddo.
Immagina che io alla fine di questa email ti inviti ad acquistare un mio libro in uscita sulla divulgazione sui social (wow, mi piacerebbe tanto scriverlo ora che ci penso…): tu lo compreresti, così dal nulla? Non ti ho raccontato niente di quel progetto, lo tiro fuori come il coniglio dal cilindro e non ti ho trasmesso il valore che potresti trovarci, quindi perchè dovresti dovresti comprarlo?
Ecco cosa va fatto invece: rendere la tua community partecipe del tuo progetto. Co-creazione del prodotto. Racconta loro cosa stai preparando per loro. È così che metti insieme contatto caldo + lancio caldo.
Lezione 3) Il prodotto (o servizio) che lanci deve essere aderente al target e risolvergli un problema specifico.
Nella mia Guida gratuita alla divulgazione su Instagram (che hai ricevuto iscrivendoti alla mia newsletter) parlo molto di posizionamento non a caso: è da lì che parte tutto il lavoro di costruzione di una nicchia che diventi una community “calda” e pronta a recepire le tue offerte a pagamento. Cito dalla mia Guida: “La strategia migliore non è creare un prodotto e cercare faticosamente il pubblico che voglia acquistarlo, ma partire dal problema che vuoi risolvere e creare un prodotto per quel problema”. Ecco, parti dal problema, immagina che caratteristiche hanno le persone con quel problema: quello è il tuo target. Poi progetta un prodotto unicamente per loro. Infine pensa e attua una strategia di lancio (non di annuncio!).
Applicando queste tre preziose lezioni io ho costruito la mia Guida alla divulgazione su Instagram - che è il mio lead magnet - e ho ottenuto 200 iscrizioni alla mia newsletter in 48h. Un caso? Io non credo! (cit.)
Hai mai lanciato qualcosa ed è stato un fallimento? Hai idea di dove hai sbagliato? Fammi sapere scrivendomi su Instagram. E se hai in progetto un lancio posso supportarti nella tua strategia tramite una consulenza individuale ad hoc.
Risorsa utile
Ti esaurisci per far entrare tutto nella tua bio di Instagram? Usa WordCounter per conteggiare i caratteri. Ricorda che nella bio ne hai massimo 150. Inoltre fai in modo che ogni riga non vada a capo e occupi una sola linea. Per come scrivere una bio efficace su IG ti rimando alla mia Guida gratuita che hai già ricevuto.
Social news
Mannaggiammè che il venerdì scorso vagavo tra gli stand del Salone di Torino e mi son persa il Q&A solito di Adam Mosseri, CEO di Instagram, quindi a ‘sto giro questo update purtroppo salta. Puoi recuperare le precedenti IG news nelle mie stories in evidenza.
Rimedio con una risorsa per le social news, ma non solo: il canale Telegram di Veronica Civiero, Global Solutions Manager in Facebook, in cui lei condivide aggiornamenti, riflessioni e strategie sull’ecosistema Facebook, super approfondite (e gratis!). È il punto di vista prezioso di una insider di Facebook, non so se mi spiego. Per me grandissimo punto di riferimento. Puoi iscriverti al suo canale da qui.
Cosa vedere, ascoltare, leggere
In questa newsletter che è Salone-del-Libro-edition non può mancare il consiglio di lettura!
Grazie al mio amico Gabriele Ciufo, communication designer, ho scoperto “Intùiti”, un gioco di carte che è di più: “Lo strumento per la Creatività usato da oltre 30.000 creativi nel mondo. Una sintesi di Gestalt, Tarocchi e Design. Per la crescita personale e la generazione di idee”. Il concept mi affascina tantissimo! L’ho comprato al Salone dove ho parlato col suo ideatore, Matteo di Pascale, scrittore e designer. Non vedo l’ora di provarlo su di me (e chissà che non diventi uno strumento nelle mie consulenze individuali…). “È uno strumento di ispirazione: non è una risposta, ma una domanda continua…”
Bisognerebbe ascoltare il podcast “Organizzazione per Negati” anche solo per il suo titolo. È condotto dai miei amici Andrea Ciraolo (giuro, non mi paga per citarlo in ogni newsletter) e Matteo Scandolin, e Valentina De Poli. “Spendiamo un sacco di tempo a provare nuovi software, tecniche e strategie che dovrebbero aiutarci a essere più organizzati nel nostro lavoro. Siccome poi ne parliamo tra noi, perché non farlo anche con te? Questo podcast ti aiuterà a trovare la strada ed evitare che ti perda come ci perdiamo noi”. Ho ascoltato gli ultimi episodi su quando, quanto e come farsi pagare mentre ero in volo per Milano, per combattere l’ansia di volare ascoltando delle voci amiche che conosco bene. Lo puoi ascoltare su Spotify.
Dalla social-sfera
Ecco com’è cambiata la percezione del personaggio di Mark Zuckerberg a 10 anni di distanza, dal punto di vista delle copertine del Time.
In questo carosello @Gigienne ha lanciato una iniziativa per essere intervistato in live su Instagram. Ecco un esempio perfetto di come proporsi strategicamente a profili più grandi per collaborare con una diretta: arrivare già con una idea di tema che sia in linea col Creator che vuoi invitare; se lo fai, vedrai che anche un profilo con vasto seguito può trovare valore nel collaborare con te. Pensaci!
Rimanendo sulla scia di come proporsi agli altr*, mi è piaciuto molto questo post di Teresa Budetta, Mental e Business Coach, che fa riflettere sulle parole giuste da usare per generare una percezione differente (e migliore) nei nostri scambi. Ringrazio Gaia Alaimo di YourMillennialMentor per avermela fatta scoprire.
Cosa ho fatto di recente…
L’ho già detto: sono stata al Salone del Libro di Torino! È stato meraviglioso abbracciare amicizie vecchie e nuove. Ad esempio, ho incontrato di persona Elisabetta Galeano, Money Coach, che avevo intervistato nella mia rubrica “FREE come freelance”. Puoi rivedere la nostra diretta sul mio profilo.
Sono salita dal profondo Sud a Milano per cercare casa, come anticipavo nella newsletter precedente. Non l’ho ancora trovata, ma non demordo. Milano e le sue mille occasioni di networking e accrescimento culturale e professionale mi chiamano. Questo è anche il motivo per cui sono terribilmente ferma con le mie pubblicazioni social. Come vedi, anche io che professo il potere del piano editoriale posso avere momenti di difficoltà (come questa newsletter che ti raggiunge tardi rispetto alle solite 8 del mattino, mi perdonerai). Ma tornerò alla grande non appena avrò una maggiore stabilità!
Cosa farò…
Questa settimana dovrei incontrare e re-incontrare a Milano un paio di persone che stimo molto e probabilmente produrremo qualcosa assieme, ma te lo racconto la prossima volta!
(da un mio articolo sul licenziarsi in pandemia e diventare freelance, che ha raccolto tante perle nei commenti:)
Un caloroso saluto a tutti i papà primari.
Al prossimo lunedì!
Marvi
Il mio libro parla di storie nate sulle app per incontri e riflessioni sul fenomeno della “Tinder Generation”.
Wattpad è un “social network di lettura sociale” che permette di creare una community attorno ai propri scritti pubblicandoli online. Lì vanno forte i romanzi young adult e spesso capita che gli editori si facciano un giro per scouting di nuovi “casi editoriali” da lanciare.
Condivido tantissimo ciò che dice Gigienne in merito alle live. A volte ho avuto anche io l'impressione di essere invitato più per "fare numero" o "tanto per fare una live" invece che per creare davvero un contenuto di valore.