Giovedì scorso ero a fare la terza dose del vaccino anti-Covid e mentre facevo trascorrere la mezz’ora di attesa post vaccino (perchè sono un soggetto allergico), facevo mentalmente dei bilanci.
Da questa estate 2021 a oggi sono passata da:
aver una paura irrazionale di fare il vaccino e non sapere come superarla, essendo consapevole al contempo di volerlo fare e che andasse fatto;
scegliere di ricevere le prime due dosi in Sicilia per avere il supporto della mia famiglia;
ricevere la terza dose da sola a Milano ed essere serena.
Da maggio 2021 a oggi sono passata da:
realizzare, dopo 8 anni in agenzia, che odiavo con tutta me stessa il lavoro da dipendente, ma non sapere se licenziarmi era la scelta giusta e avere una paura fottuta di fare quel passo;
rendermi conto che era ciò che volevo e quindi salire a Milano per andare a licenziarmi;
incamminarmi nella libera professione cominciando a fare consulenze, modalità che non avevo mai affrontato, e rendermi conto che mi piace un botto e soprattutto ne sono capace.
Infine, da novembre 2021 a oggi sono passata da:
nutrire una paura di volare, sorta negli ultimi anni, che mi portava ad avere attacchi di panico fin quasi a svenire in aereo (ne sa qualcosa la mia cara amica che in un volo horror Siviglia-Milano mi dovette tenere le gambe per aria per un quarto d’ora mentre ero sdraiata sui sedili delle hostess);
cominciare un percorso di psicoterapia per trattare anche questo problema e quindi porre la prima pietra per edificare una soluzione;
prendere un volo da sola a Gennaio 2022 in cui nonostante le turbolenze maledette (che sono quelle che mi terrorizzano, quando si manifestano) aver ridotto la paura di un 30% grazie a nuove consapevolezze acquisite in psicoterapia.
Sono tre cambiamenti che vanno da una paura iniziale paralizzante verso a una maggiore sicurezza in me stessa e liberazione. Se tre indizi fanno una prova, beh ho capito che la nostra mente ha un potere pazzesco, nel bene e nel male. Che la paura alberga nella mente e può boicottarti in tante cose che vorresti fare nella tua vita. Ma se impari a gestirla, ovvero conviverci girandola in modo costruttivo (la paura è utile, ti dice dove devi fare attenzione!), puoi fare tutto ciò che vuoi, senza farti ostacolare. E ciò che ti sembrava un mostro diventa un mostriciattolo che ti fa persino sorridere.
“Ok Marvi, hai scoperto l’acqua calda”, starai pensando. Lo so, ma tra saperlo e viverlo ce ne passa.
Ci passa di mezzo una grande e nuova consapevolezza appunto.
Ho capito che per eliminare, no pardon, per gestire le mie paure (la mia psicologa mi ha spiegato che molto probabilmente non mi libererò al 100% delle mie paure, ma potrò migliorare tantissimo nel ridimensionarle, te ne avevo già parlato nella precedente newsletter) il mio antidoto è smontare il giocattolo malefico dall’interno, rivoltarlo come un calzino e guardarci dentro. Solo se analizzo e sono profondamente consapevole di ciò che accade dentro di me, riesco a cambiare ciò che accade dentro e intorno a me.
Adesso non mi resta che smontare un altro giocattolo infernale: quello della mia procrastinazione di cui ormai ti ho parlato tante volte sia in questa newsletter che su Instagram (essì, questo tema ha stracciato le ovaie pure a me).
A tal proposito sto leggendo un libro che mi sta donando tante consapevolezze: “Come diventare indistraibili” di Nir Eyal. È lo stesso autore di “Catturare i clienti (Hooked)”, che ho in wishlist. Sono al 54% della lettura ma voglio condividerti già una serie di pillole che mi son segnata e che magari possono esserti utili nel tuo lavoro, che tu sia freelance o dipendente.
Pillole strategiche per diventare indistraibili
Premessa fondamentale: Eyal parte dal presupposto che le distrazioni sono un meccanismo per allontanare il dolore, esse ci “distraggono” dal disagio. Quindi la gestione del tempo è in realtà gestione del dolore (questa la trovo geniale). Se capiamo dove sta il disagio, riusciamo a combattere con consapevolezza le distrazioni.
La “regola dei 10 minuti”: se ti viene da controllare i social per qualche motivo (è qui che sta il disagio da capire: perchè lo faccio, sono annoiata, triste, insoddisfatta?) non evitarlo (studi hanno dimostrato che l’astinenza mentale, come la chiama Eyal, aumenta la compulsività) ma rimandalo fra 10 minuti. Quel lasso di tempo d’attesa ti serve per stare nella sensazione di disagio, analizzarla e lasciarla scorrere via “come una foglia sul fiume”. Eyal dice che di solito passati quei 10 minuti, siccome è passato il pensiero intrusivo, non si cede alla tentazione. Ci proverò ogni volta che non voglio alzarmi dal letto o addormentarmi e scrollo i social passivamente.
Le notifiche push sul cellulare fanno parte dei “trigger esterni”. Prima di controllarle poniti quella che Eyal chiama “la domanda decisiva”: questo trigger è al mio servizio o sono io al suo servizio? Spesso siamo noi a essere “controllat*” dagli stimoli esterni. È davvero così urgente interrompere ciò che sto facendo per controllare quel messaggio o scrollare le stories di Instagram? Se la risposta è no, ecco, non lasciarti distrarre. Su questo io devo lavorare tantissimo perchè spesso sono multitasking (e multiscreen) e questo è il male assoluto per la produttività.
Un modo per alleggerire la calca pressante delle notifiche push è fare una bella pulizia di App inutilizzate sullo smartphone (Eyal le chiama “app zombie” ahah). Io la faccio periodicamente. Ciò che non riesco a fare è però disinstallare i social (che è ciò che consiglia di fare Eyal per poi controllarli solo da desktop in degli slot di tempo circoscritti): mi dico sempre che è “perchè ci lavoro” ma credo che me la sto raccontando e ho solo una paura fottuta di rinunciare al mio giocattolo preferito per sfuggire da un disagio che devo ancora definire. Sigh.
L’altro male assoluto per la concentrazione è infatti lo scrolling del feed. Per arginare questo io ho adottato degli accorgimenti di “decluttering digitale” che mi hanno aiutata molto: periodicamente faccio pulizia dei following, ovvero le persone che seguo, chiedendomi se nelle ultime settimane mi sono interessata ai loro contenuti, se la risposta è no allora defollowo; se non posso defolloware perchè non voglio risultare sgarbata o altri motivi, allora disattivo la visione di post e/o stories (puoi farlo andando sul profilo interessato nel bottone “segui già” oppure dalla lista following sui tre puntini accanto al nickname). Facendo questa pulizia il risultato è avere un feed con meno contenuti e quindi minore tempo sprecato a perdermi a guardare stories che non mi servono (nei Reel e su TikTok poi manco ci entro perchè so già che lì mi perderei in una spirale senza fine, li guardo solo per ricerche mirate per me o clienti).
Eyal ha una ricetta anche per “difendersi dalle email”. In primis, non controllare la casella di posta costantemente ma anche a questo dedicare uno slot temporale predefinito nella giornata. Poi, usare i tag nel tuo gestore di posta, se ce li hai, per categorizzare le email in base all’urgenza come email a cui rispondere “oggi” e “in settimana”. Infine, pensare al banale ma vero fatto che meno risposte invii, meno email ricevi, quindi rispondere solo in momenti precisi ed eventualmente ritardare la risposta in modo da non ricevere raffiche di contro-risposte quando non vuoi distrazioni (ovviamente alle email urgentissime si può rispondete nell’immediato).
Ti lascio una delle tante frasi del libro che mi ha colpita:
Possiamo ottenere il meglio dai nostri dispositivi senza lasciare che sottraggano il meglio da noi.
La mia mission nel mio lavoro è anche quella di offrire ai/alle clienti strategie di comunicazione sui social che siano sostenibili per loro, per far abbattere la frustrazione che i social spesso provocano e piegarli a loro favore.
Se vuoi comprare il libro di Eyal ecco i link (sono link affiliati, significa che se acquisti dai miei link io ricevo un piccolo guadagno, grazie se vorrai ricompensarmi):
Cosa ho fatto
Ho cominciato a lavorare con una cliente fissa mensile ed eccezionalmente con attività che in parte è anche di management. Quando sono diventata freelance una delle mie motivazioni era stata: non voglio più gestire profili social altrui, ovvero non voglio più essere Social Media Manager ma occuparmi solo di consulenze strategiche. A tendere il mio intento rimane questo, ma - grazie anche alla sapiente consulenza della mia mentore Arianna Lai - ho capito che in questa fase iniziale del mio business non devo precludermi nulla ed è bene anche tenere qualche attività continuativa. Mettere le mani in pasta in community altrui già quando ero in agenzia era utilissimo per non perdere la presa sul tessuto vivo dei social e rimanere aggiornata anche sulla parte tecnica delle piattaforme (ciao maledetto Business Manager pieno di bug, rieccoci qui). Quindi sono entusiasta di riprendere a fare il mio “vecchio lavoro” ma con nuove condizioni di autonomia, è qui la differenza!
Con rammarico, ho deciso di rimandare a data da destinarsi l’edizione 2022 del mio Festival delle Relazioni Digitali (doveva tenersi a metà febbraio come da rito). È che ho guardato in faccia il fatto che 1) fine anno è un periodo nefasto per cercare sponsor (non so come mi sia andata bene nel 2020) e che 2) adesso che sono freelance e ho più tempo paradossalmente riesco meno a starci dietro (non so come ho fatto a gestire tutto nel 2021 pur essendo dipendente, ma una mia amica mi ha fatta riflettere che allora avevo attinto energie dalla mia frustrazione per il lavoro d’ufficio e avevo enorme voglia di evasione). È stata una scelta dolorosa perchè non ti nego che la vedo come una sconfitta. Ma so che non è così: realizzare un Festival di 2 giorni online con più di 12 ospiti moderando tutti i panel, curando la parte tecnica, PR, promozionale, con sponsor e partner e la parte amministrativa da sola è un’impresa, l’ho vissuto nel 2020-21. Devo essere più indulgente con me stessa e capire che nessuno-mi-sta-rincorrendo. Questo apre anche la strada alla consapevolezza che prima o poi qualche attività dovrò delegarla…
Cosa farò
Sto cominciando a implementare con alcune clienti selezionate dei percorsi di consulenza individuale con più call. Questo rientra nella ristrutturazione dei miei servizi che sto effettuando. Dopo un test iniziale sarò pronta a lanciare il pack di consulenze anche sul sito come servizio a sé stante. Sono molto entusiasta perchè già dalle consulenze one shot avevo capito che mi piacerebbe molto seguire persone in un percorso più lungo e strutturato. Lo step successivo sarà creare anche un servizio di coaching di gruppo (in realtà fremo per farlo perchè ogni volta che ho fatto lezione in diverse Università tra Milano e Roma ho capito che amo interagire con classi di studenti e fuck sindrome dell’impostora!).
Questo weekend, se non ci sono imprevisti, dovrei essere a Trieste da Mick Odelli, esperto di comunicazione esperienziale e YouTuber, che mi intervisterà su tema relazioni e primo appuntamento (come founder della mia community Match and the City), per il suo videocorso sulle strategie mentali “Stati Mentali”. Non vedo l’ora! Puoi dare un’occhiata al progetto e acquistare il percorso da questo mio link affiliato.
Per questo lunedì è tutto! Come sempre mi piacerebbe sentire le tue opinioni sui temi di questa newsletter, ti aspetto in DM su IG ;)
Ci si rilegge il 31 gennaio (io comunque sto già sognando l’estate, la mia stagione preferita).
Un abbraccio,
Marvi
Che Meraviglia! E' la tua prima newsletter che ricevo, mi è piaciuta tantissimo! Mi hai regalato un sacco di consigli utili, e di immediata realizzazione. Grazie per la condivisione dei punti salienti del libro che stai leggendo, oltre che al consiglio, è già nella mia lista. Mi piace come scrivi, come fosse una pagina del tuo diario. Empatizzo molto con te, e non vedo l'ora che arrivi il 31, per leggere la prossima!
Grazie e complimenti!
Anna