Mettere la tecnologia al servizio dell'umano
5 modi per promuoverti sui social senza vendere l'anima all'algoritmo
Ti confesso una cosa: ho rischiato di scriverti l’ennesima newsletter in cui ti parlavo della mia procrastinazione. Ma poi mi son detta che questa non è una newsletter sulla procrastinazione (tra l’altro con la tragedia che sta avvenendo in Ucraina è ancora più difficile focalizzare il pensiero, mi sento una grande privilegiata e le mie beghe mentali perdono completamente di senso…).
Allora mi son detta che potrei riportarti alcuni spunti utili che dopo ormai 7 mesi da freelance (cavolo, non li avevo ancora contati!) ho appreso grazie alle consulenze con le mie clienti (parlo al femminile perchè per lo più sono donne).
Premessa. L’altro giorno stavo parlando del mio lavoro con un mio caro amico, Matteo Botto1, e lui ha usato per me una bellissima frase:
Stai riuscendo a mettere la tecnologia al servizio dell’umano.
Teo ha colto perfettamente uno dei motivi che mi ha spinta a diventare freelance: poter dare spazio alla parte umana nel marketing.
Quando lavoravo in agenzia ero molto frustrata perchè i miei capi mi dicevano che non dovevo mettere la mia parte di personalità coi clienti, dovevo essere “astuta” e puntare al fatturato. Questo per me significava non poter empatizzare e dovermi snaturare. Non è un caso che le call coi clienti mi mandassero in mega ansia (al livello che per farle mi chiudevo in un’altra stanza, per dire): le call mi facevano sentire profondamente inadeguata, in difficoltà, sbagliata.
Diventando freelance e cominciando a fare consulenza ho scoperto che in quello spazio finalmente potevo portare la vera Marvi, quella che ama ascoltare chi ha davanti e trasmettere calore, passione, motivazione (pur rimanendo professionale, è ovvio che in consulenza non mi comporto come faccio in amicizia). E guarda caso oggi amo fare le call coi miei clienti, è la parte che mi dà maggior ritorno emotivo e nessuna ansia!
Mi sono resa conto che le mie non sono semplici consulenze di marketing, ma confronti umani in cui io cerco nel mio piccolissimo di dare supporto e spinta a chi vuole promuovere ciò che gli sta a cuore. Il marketing è solo ciò di cui mi occupo, uno strumento che mi appassiona, ma di fatto io voglio aiutare le persone a vedere nascere e crescere ciò che amano per sentirsi realizzat* e felici, come ho fatto con me stessa. Tant’è che in un paio di occasioni delle clienti si sono commosse, occhi lucidi, mentre io gli parlavo in consulenza - si può quasi piangere in una consulenza di marketing? Sì e questo per me è stato il feedback più bello e prova che la direzione in cui sto andando è quella giusta per me :)
Pillola strategica
Dunque veniamo ai 5 consigli che posso darti se anche tu vuoi metterci il cuore nel tuo progetto, promuovendolo sui social, e non vuoi farti fagocitare dal mezzo digitale. Insomma ecco come promuoverti sui social senza stress!
1 - Non devi pubblicare ogni giorno
“Quanto devo pubblicare per crescere?”, è la domanda lecita e ricorrente.
Il piano editoriale mette spesso in crisi perchè richiede un certo sforzo produttivo. La risposta più veloce sarebbe “se sei agli inizi, pubblica il più possibile”. Okay, ma deve essere anche sostenibile per te nel tempo, quindi meglio pochi post ma costanti. Ad esempio 2 post a settimana potrebbe essere un buon compromesso se non riesci a pubblicare di più.
Questo per un motivo fondamentale: come spiego in consulenza, ogni post è un test, all’inizio soprattutto è fondamentale fare test per capire cosa piace più alla nostra community, dunque più pubblichi più test avrai e in minor tempo. Se dovessi pubblicare solo 1 post a settimana, ad esempio, a fine mese avresti solo 4 post da analizzare e dovresti attendere più mesi prima di poter avere una base congrua di dati.
2 - Non devi metterci la faccia da subito
“Non ce la faccio a fare le stories!”, la cliente mi guarda atterrita.
Tranquill*, è una paura comunissima. Ho una buona notizia: non devi per forza mostrarti nelle stories dal giorno uno!
Certo, parliamoci chiaro, se ci metti la faccia acceleri il processo di creazione della community perchè da subito ti giochi una carta molto empatica, quella del tuo volto e voce. Ma io sono anche per un approccio lean ovvero partire leggeri: molliamo ciò che ci può pesare altrimenti rischierebbe di non farci partire. Rendiamo questo zainetto meno pesante possibile!
Ecco le alternative per i/le timid*: all’inizio puoi fare stories solo grafiche e/o inframmezzate a tue foto statiche, basta che le fai e cominci a sfruttare anche questo mezzo fondamentale per fidelizzare il rapporto coi tuoi follower.
3 - Non devi partire con il profilo perfetto
“Ma che colori uso per le grafiche? E i font? E le foto devono essere professionali?”, anche questi sono dubbi legittimi.
Ricordati la metafora dello zaino leggero: non puoi aspettare di avere tutto perfetto altrimenti anche queste rischiano di essere zavorre.
Cerca dei compromessi di buon senso: basta avere un minimo di occhio nel mantenere dei colori e font costanti (no feed psicheledici, no a mille font diversi) e riguardo alle foto vanno bene anche se le scatti da cellulare, te lo assicuro (tranne che il tuo progetto non si basi sulla parte estetica, ma in quel caso penso tu abbia già le competenze per curare l’aspetto visivo).
Dimentichiamoci il perfezionismo e, sì, “fatto è meglio che perfetto!”.
4 - Non devi passare ore e ore sui social
“Io voglio avere anche una vita, amo fare passeggiate, non voglio stare tutto il tempo su Instagram”, ti ritrovi in questa frase?
Ecco, nessuno ha detto che devi passare le ore sui social.
È tutta una questione di priorità e gestione delle attività: ti basta preparare i post in anticipo così da programmarli; ritagliati degli slot per rispondere a messaggi e commenti; se utilizzi formati semplici e con template ricorrenti (ad esempio i caroselli) puoi risparmiare tempo (viva Canva!).
Non posso prometterti che creare contenuto non ti porterà via tempo: il content marketing per chi è freelance è un investimento, non a caso è uno strumento di marketing. Una volta una cliente, dopo che le avevo presentato la mia strategia per il suo piano editoriale e capendo lo sforzo richiesto, mi ha chiesto “ne varrà la pena?”. Sì, ne varrà la pena.
5 - Non devi snaturarti
“Io non mi metto a fare balletti però eh”, oppure “Mi sentirei scema a fare le stories!”. Anche queste battute quante volte le ho sentite… :)
Ecco come la penso (e come rispondo in consulenza): non devi far nulla che non senti nelle tue corde.
Posto che non c’è nulla di male nei cosiddetti “balletti” (che poi spesso semplici balletti non sono, vi sfido a replicarli) ma se danzare non è il tuo linguaggio, amen. Oggi praticamente qualsiasi attività può essere divulgata sui social (perfino su TikTok: lo sai che lì c’è un famosissimo studio di commercialisti ad esempio? E non hanno neanche dovuto fare balletti per ottenere più di 100mila follower su TikTok, pensa un po’).
Trova il format che si addice al modo di comunicare e cavalcalo. Anche perchè se non ti viene facile e piacevole non lo porterai avanti, per questo devi trovare e creare un linguaggio che lo sia per te.
Ti sei ritrovat* in uno o più di questi 5 punti? Se ti va dimmi la tua in DM su Instagram :)
Un link utile
A proposito di approccio umano al marketing, sempre Matteo Botto mi ha fatto scoprire questo progetto dello YouTuber esperto di minimalismo Matt D’Avella, Slow Growth: lo dice il termine, “crescita lenta”. Sembra un controsenso, vero? Eppure è possibile. Dacci un occhio, è pieno di spunti interessanti e io mi trovo super in linea con questo modo di pensare.
Per questo lunedì, anche se con estremo ritardo, è tutto!
Ah, il 16 marzo è il mio compleanno. Compirò 34 anni.
Non ti nego che dai 30 in poi mi è cominciata a prender male la questione dell’invecchiamento (ho anche io i miei stereotipi interiorizzati) ma non posso mai rinunciare alla torta e alla candelina, che spegnerò assieme ai miei cari e amic*.
Per l’occasione del mio compleanno sto pensando che potrei fare un regalo… stay tuned sul mio Instagram, potrei confezionare una promozione ad hoc sulle mie consulenze, se anche tu vuoi provare il mio approccio empatico e sostenibile e combattere assieme l’ansia da social :)
Alla prossima,
Marvi
Off topic: il mio amico Matteo Botto è ricercatore in ambito sociologico sui temi legati alla maschilità, se l’argomento ti interessa guarda il suo profilo Instagram dove divulga, il suo progetto e lavoro è davvero prezioso :)